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1942
 
Ossessione
 
 
 
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Über die Dammstraße am Po fährt ein LKW mit dem jungen Arbeitslosen Gino Costa auf der Ladebrücke. Bei Giuseppe Breganas Trattoria und Tankstelle steigt Gino ab. Er erhält dort Unterkunft und Anstellung. Sofort beginnt er mit der jungen Frau Giuseppes, Giovanna, ein leidenschaftliches Liebesverhältnis. Hinter dem Rücken des Ehemannes plant Gino die gemeinsame Flucht mit Giovanna, die aber, von Zweifeln geplagt, zurückbleibt. Enttäuscht reist Gino nach Ancona. Im Zug trifft er einen Schausteller, den man «Spagnolo» nennt, weil er am Bürgerkrieg in Spanien teilgenommen hatte (die politischen Anspielungen darauf sind allerdings getilgt oder geschnitten). Die beiden tun sich zusammen. Tage vergehen...
Aus Freude am Gesang reist Giuseppe Bregana, begleitet von seiner Frau, auch nach Ancona, um an einem «concorso lirico» teilzunehmen. Die drei treffen sich, und zwischen den beiden Liebenden flammt erneut die Leidenschaft auf. Giuseppe lädt Gino ein, wieder bei ihm zu arbeiten. Zusammen fahren sie zurück an den Po. Gino und Giovanna sehen nur noch eine Möglichkeit ihre Liebe auszuleben: die Beseitigung von Giuseppe Bregana. Sie inszenieren einen Autounfall, bei dem Giuseppe das Leben verliert. Giovanna führt jetzt die Trattoria und Gino trinkt, geplagt von Schuldgefühlen. In Ferrara trifft Gino die Tingeltangeltänzerin Anita. Und Giovanna will sich dort die Lebensversicherung ihres Mannes auszahlen lassen. Gino glaubt, dass Giovanna ihn nur eingespannt hat, um an dieses Geld heranzukommen und ihn bei der Polizei verraten hat. Giovanna fühlt sich betrogen, allein und gedemütigt. Zurück in der Trattoria eröffnet sie Gino, dass sie ein Baby erwartet. Gejagt durch die Polizei wagen die zwei eine letzte verzweifelte Flucht im Auto. Sie kommen von der Strasse ab, und bei dem Unglück verliert Giovanna das Leben. Gino wird von der Polizei abgeführt.
 
Darsteller Besprechung Artikel (Italienisch)

 
 
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Produktionsgesellschaft: Industrie Cinematografiche Italiane s.a.
 
Regie: Luchino Visconti
 
Produzent: Libero Solaroli
 
Drehbuch:
Mario Alicata,Giuseppe De Santis
Antonio Pietrangeli,
Gianni Puccini
Luchino Visconti –
nach dem Roman
«The Postman Always
Rings Twice»
von James M. Cain
 
Kamera: Aldo Tonti,
Domenico Scala
 
Schnitt: Mario Serandrei
 
Musik: Giuseppe Rosati
 
Kostüme: Maria de Matteis
 
Herkunftsland: Italien
 
Genre:  Drama
 
Schwarzweißfilm
 
Laufzeit: 135 Minuten
 
 
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Darsteller: Rollen:
Clara Calamai Giovanna Bregana
Massimo Girotti Gino Costa
Juan de Landa Giuseppe Bregana
Dhia Cristiani Anita, la ballerina
Elio Marcuzzo Giuseppe, lo «spagnolo»
Vittorio Duse agente di polizia in borghese
Michele Riccardini
 
don Remigio
 

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«Ossessione» wird zu Recht als bahnbrechende Arbeit des Neorealism betrachtet. Einer der auffallendsten Aspekte ist die unverhüllte Lust, mit der Visconti das unerlaubte Verhältnis abhandelt. Giovannas Körpersprache zeigt die Abneigung für ihren Ehemann so intensiv wie ihr Verlangen nach Gino. Gino ist eine vertraute Figur aus Viscontis Reperetoire, ein schöner männlicher Träumer, der in eine Welt hinein gezogen wird, die er sich nicht wirklich wünscht, aus der er sich aber auch nicht befreien kann.
 

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«Ossessione» schildert die Freundschaft von Gino und dem «Spagnolo» subtil als einseitige homosexuelle Romanze und zeigt eine Szene mit den beiden Männer im Bett, in welcher der «Spagnolo» das Gesicht des schlafenden Gino beobachtet. Visconti gibt dem Film Tiefe, indem er den «Spagnolo» als Alternative zu Giovanna schildert. Typisch für die Offenheit des Filmes ist auch die Szene vom Tod Giovannas, mit der der Film zu Ende geht.
 

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Geplant war, dass Anna Magnani die Giovanna spielen würde, aber als die Produktion anlief, war Magnani schwanger und musste vom Film zurücktreten. Ein anderer Star, Clara Calamai, erhielt die Rolle. Calamai war jünger und bezaubernder als Magnani, aber Visconti wünschte nicht Zauber. Er wünschte den Realismus. Als die Calamai die ersten Abzüge sah, drohte sie aus dem Projekt auszusteigen. Sie blieb dann doch, hatte aber mit Visconti, dem «mittelalterlichen Lord mit der Peitsche» ihre liebe Mühe.
 

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In der Zeit, in der die Dreharbeiten zu «Ossessione» liefen, ließ Visconti die Freunde aus der kommunistischen Widerstandsbewegung den Palazzo seiner Familie in Rom als Hauptquartier nutzen. Vor der Premiere des Filmes wurden zwei seiner Drehbuchautoren als Subversive gefangen genommen. An der Premiere gab es zwar großen Applaus, aber auch die zensurierte Version hatte es schwierig, Aufführungserlaubnis zu bekommen. Und meistens wurde der Film nach wenigen Aufführungen von lokalen Beamten eingezogen.
 

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Die Zensur hatte den Film beschlagnahmt, schnitt ihn drastisch und zerstörte ihn schließlich. Visconti rettete ein unvollständiges Duplikat (135 anstatt 140 Minuten), das die Quelle der neuen DVD-Version ist. Weil ohne Erlaubnis «The Postman Always Rings Twice» von James M. Cain zugrunde gelegt wurde, durfte der Film bis in die Mitte der Siebziger Jahre wegen der Urheberrechtsverletzung nicht gezeigt werden.
 

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Auszug aus der Monografie «Luchino Visconti»
von Alessandro Bencivenni
erschienen bei «Il Castoro Editrice», Roma, 1994

 
La trama
Un disoccupato, Gino Costa, si ferma in una casolare lungo il Po. Qui l’anziano Bregana gestisce uno spaccio con la giovane moglie Giovanna. La donna s’innamora del vagabondo e quando questi si rimette in viaggio, con un pretesto lo fa richiamare. Gino a sua volta fa allontanare con un trucco il Bregana, e diviene l’amante di Giovanna. Il marito non sospetta di nulla ed anzi offre a Gino una sistemazione. Gino non sopporta la situazione ed invita Giovanna a fuggire con lui; al suo rifiuto parte da solo per Ancona. Durante il viaggio fa amicizia con un girovago detto lo Spagnolo, che gli propone di unirsi a lui. Un giorno, il Bregana arriva ad Ancona con la moglie per esibirsi in un concorso come baritono dilettante, incontra Gino e lo invita a tornare con loro. Gino e Giovanna decidono di simulare un incidente stradale per liberarsi di lui. Il piano riesce ma, insospettisce la polizia. I rapporti tra Gino e Giovanna diventano tesi dopo il delitto. I due amanti si recano a Ferrara: qui Giovanna intasca l’assicurazione sulla vita del marito. Gino, credendosi strumentalizzato per interesse, lascia Giovanna per una ballerina, Anita. Quando Giovanna gli rivela d’essere incinta, i due si riconciliano e tentano la fuga. Ma la loro macchina finisce fuori strada: Giovanna muore nell’incidente, e Gino è raggiunto dalla polizia.
 
La critica
Il riferimento alla letteratura americana possiede in quegli anni un significato di contestazione verso la cultura dominante: si pensi al mito americano di Pavese e Vittorini. Tuttavia il suo influsso resta superficiale in «Ossessione». Il romanzo di Cain funge più che altro da canovaccio per Visconti e i suoi collaboratori. Pur seguendone grosso modo la struttura e i dialoghi, essi ne modificano il senso. Trascurano la trama poliziesca e accentuano invece le notazioni naturalistiche, il cupo romanticismo e il senso del fato. Più che il romanzo nero, il punto di riferimento è il cinema francese. Visconti ha visto a Parigi il primo adattamento del romanzo «Le dernier tournant» di Chenal (1939) e, soprattutto, ha portato con sé l’influenza di Renoir. Realizzato in un periodo di crisi del fascismo, segna la rottura con i due generi tipici del cinema di regime: l’irrealtà patinata dei «telefoni bianchi» e la retorica trionfalistica del film storico. La descrizione dei rapporti sociali e familiari appare inedita e scandalosa, così come la stessa fisionomia dei personaggi e degli ambienti, che rifuggono dai fondali lussuosi e dai sorrisi smaglianti. I collaboratori di Visconti hanno presto la sensazione di partecipare ad un film innovatore. Il montatore Mario Serandrei sente il bisogno di coniare un nuovo aggettivo per definirlo, scrive al regista: „Non so come potrei definire questo tipo di cinema se non con l’appellativo «neo-realistico».”
«Ossessione« è un film politico. Nelle intenzioni degli autori Gino doveva essere il simbolo stesso della libertà. Attraverso la descrizione realistica della vita di provincia, emerge il ritratto di quello squallido modello di esistenza piccolo-borghese rappresentato dal fascismo. Nel film non si allude mai al regime, né alcun indizio ci informa che la guerra è in atto. Tuttavia una serie di meschini personaggi minori (il prete, il controllore, i funzionari di polizia) rispecchiano una mentalità che è, in senso lato, fascismo. Lo stesso Bregana ne è il simbolo: non di autorità ma di mediocrità. È quel che si dice un «brav’uomo»: il suo atteggiamento verso Gino è improntato a cordialità e simpatia. Ma ciò nulla toglie a quei tratti ripugnanti che «giustificano» la sua uccisione: l’egoismo, il maschilismo, il paternalismo, il razzismo. Cioè le caratteristiche tipiche dell’uomo medio, che sono state il fondamento e l’eredità del ventennio. L’antifascismo di «Ossessione» riguarda soprattutto la qualità della vita. L’arrivo del vagabondo dà a Giovanna la sensazione di poter uscire dal suo stato di vessazione. Ma il loro sogno di «fuga» individuale e di ricomposizione del nucleo familiare con la nascita di un bambino, si risolve, come sempre avverrà in Visconti, in un fallimento. Toccava al personaggio dello Spagnolo il compito di aprire a Gino una diversa prospettiva di vita, sostituire la passione personale a quella politica. In realtà i suoi sforzi per distogliere Gino da Giovanna hanno più il sapore della gelosia, della relazione omosessuale, cui, quindi, Visconti attribuisce un significato contestatore, assimilandola inconsciamente al personaggio che vuole essere il portatore di valori positivi. Ugualmente portatrice di valori positivi, oltre che alternativa al triangolo familiare, sarà la ballerina-prostituta Anita. Visconti compone in lei un delicato ritratto femminile, risolvendo con molta misura i toni patetici e da melodramma.
L’influsso del melodramma spinge Visconti ad anteporre l’intensità delle situazioni alla progressione dell’intreccio, le atmosfere agli avvenimenti. Il risultato però non è quello squilibrio enfatico che spesso si assimila al termine melodramma.
Il film procede per ellissi, trascurando di mostrare i fatti per indagarne invece premesse e conseguenze: lo conferma la sua stessa struttura divisa in due parti perfettamente simmetriche, che fanno perno su un delitto che non si vede.
 
 

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